19 novembre 2023
Monti Picentini
Pizzo San Michele (1567 m) da Acqua Carpegna
Direttori
ASE Maria Castellino – 393.1329359
Gianluca Russo Pisani – 333.6620456
Tipologia di percorso
AR
Difficoltà
E (escursionistica)
Dislivello
circa 450 m
Durata
4:00 ore (incluse le visite)
Lunghezza
circa 5 km
Appuntamenti
ore 08.15
Appuntamento a Benevento in via Gabriele D’Annunzio (coordinate GPS 41.128128, E 14.793585) e partenza con auto proprie alla volta di Fisciano (SA) – Km 62 – circa 55 minuti.
ore 09.15
Raduno presso il Blau Cafè di Fisciano (coordinate GPS: N 40.777395 E 14.782731) e trasferimento ad Acqua Carpegna per inizio dell’escursione.
ore 14.00
Orario presunto di termine dell’escursione.
Itinerario
Acqua Carpegna – Casone De Fazio – Epitaffio – Santuario di San Michele.
Equipaggiamento
Equipaggiamento minimo indispensabile: Abbigliamento da trekking adeguato alla stagione e alle previsioni meteorologiche previste, scarponi, zaino e bastoncini da trekking.
Cosa portare nello zaino:
Abbigliamento da trekking adeguato alla stagione e alle previsioni meteorologiche previste, scarponi, zaino e bastoncini da trekking.
Cosa portare nello zaino: Giacca antivento e antipioggia, micropile, lampada frontale o torcia, guanti e cappello in pile, snack o frutta secca, almeno 1 litro di acqua. Pranzo a sacco (da provvedere autonomamente)
Partecipazione
La partecipazione è aperta a tuti i soci CAI ed ai simpatizzanti muniti dell’idonea attrezzatura, previa sottoscrizione dell’assicurazione giornaliera obbligatoria (costo 7,50 euro).
Per partecipare è obbligatorio prenotarsi entro venerdì 17 novembre, contattando il direttore di escursione.
La partecipazione all’escursione implica la conoscenza integrale e l’accettazione incondizionata del programma dell’attività, come presentato nella scheda di escursione, e delle norme del “Regolamento di partecipazione alle attività Sociali” del C.A.I. di Benevento, disponibile all’indirizzo https://bit.ly/3wq5Ilo.
Avvertenze
a) I Direttori di escursione si riservano di modificare in tutto o in parte l’itinerario in caso di necessità.
b) I Direttori per la loro responsabilità si riservano di escludere dalla propria escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.
Per info e adesioni contattare
Maria Castellino – 393.1329359
Gianluca Russo Pisani – 333.6620456
Descrizione dell’itinerario
Pizzo San Michele è una delle cime principali dei Monti Picentini, che si stendono a cavallo tra le province di Avellino e Salerno. Il nostro percorso parte dal loc. Acqua Carpegna dove è possibile parcheggiare le auto. Subito dopo aver lasciato le auto si arriverà a casone de Fazio, dove sarà possibile rifornirsi di acqua, per poi proseguire sul sentiero sulla destra. Dopo circa 500 metri di distanza si arriverà ad un bivio dove imboccheremo sulla sinistra il sentiero CAI 115. Il percorso prosegue con una salita graduale fino ad arrivare ad un epitaffio da cui si può godere di una vista mozzafiato. Da qui il percorso prosegue seguendo il percorso della Via crucis che conduce fino in cima. Il ritorno è per la stessa strada.
Sulla cima sorge il Santuario di Pizzo San Michele, che è il santuario più alto d’Italia. Il santuario è costituito di varie costruzioni fuse in un tutt’uno: un serbatoio d’acqua, la Chiesa di San Michele, quella di Sant’Agostino, un rifugio accogliente completo di camino, ed un deposito che nasconde una cucina. Il rifugio è sempre aperto, mentre l’accesso al Santuario è riservato solo ai momenti di celebrazioni religiose. Il santuario si ritiene abbia origini longobarde ma non ci sono prove tangibili. I manoscritti più antichi che menzionano la cappella risalgono alla metà del XVII secolo e sono custoditi nell’Archivio Diocesano di Salerno. La chiesa nuova di San Michele, invece, è molto più recente ed è stata eretta tra il 1945 ed il 1949. Le sue pareti sono state erette con pietre spaccate e calce, prodotta in una vicina fornace, ormai ridotta a pochi resti a causa di un fulmine. Alla sinistra della chiesa, troviamo l’attuale cisterna, che in passato era un campanile. Fu convertita in cisterna nel 1965, a seguito di ripetuti danni da fulmini e per far fronte alla mancanza di risorse idriche nella zona di Pizzo San Michele garantendo così una fonte di acqua per i pellegrini. Un tempo, salendo su per una scalinata ormai in rovina, si raggiungeva il piano superiore del campanile per suonare le campane durante le cerimonie. Per evitare che il metallo attirasse i fulmini, le campane venivano smontate e rimontate. Negli anni ’70, il complesso è stato equipaggiato con un parafulmine e successivamente con una gabbia di Faraday, una griglia metallica lungo tutte le pareti, per difendere la struttura dai fulmini.
Il monte Pizzo San Michele è avvolta da leggende, la più famosa delle quali racconta di un’apparizione dell’arcangelo Michele durante l’era medievale. Questo avvenimento ha dato origine a un fervente culto micaelico, portando il Monte Toro ad essere conosciuto come Pizzo San Michele, e ha reso il luogo meta di numerosi pellegrinaggi.
All’incirca a metà del percorso, sul cammino verso la cima, si trova un monumento ricco di simboli micaelici. Sulla sua facciata c’è un epitaffio datato 1616, accanto a una nicchia che custodisce una statuetta dell’arcangelo Michele.
«Divoto passeger che stanco e lasso ad adorar Michele affretti il passo, qui li cibi pascali lasciar dei, altrimenti sconvolti l’elementi, turbato il ciel vedrai, e in un istante vindice il santo avrai e non amante». Curiosamente, nel corso degli anni, una parte dell’epitaffio è stata malinterpretata, dando origine a una credenza locale che impediva alle coppie di proseguire il viaggio insieme da quel punto in poi. Nella narrazione popolare, si tramanda un aneddoto particolare legato al periodo di edificazione della chiesa sul Monte Toro. All’epoca, i giovani innamorati che erano incaricati di portare su i materiali necessari per la costruzione dovevano rispettare un’insolita regola: non potevano scalare insieme la montagna. Così, con pazienza e dedizione, ognuno attendeva alla base del monte il ritorno dell’altro prima di iniziare il proprio viaggio verso la cima.
Avvicinandosi alla cima, si incontra la Pietra Santa, adornata da una croce greca in marmo bianco. Questo luogo segna l’ultima tappa del viaggio, poco prima di raggiungere il santuario.